Gommalacca come antitarlo: guida all’uso della gommalacca contro i tarli del legno

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gommalacca

I tarli possono essere un vero e proprio incubo per chi possegga mobili o altri manufatti in legno di valore, affettivo o finanziario. Questi animaletti, quando attaccano una struttura lignea, sono soliti concludere il loro compito scavando vere e proprie gallerie e lasciando traccia della loro attività con una polvere fina e bianca la cui comparsa può rappresentare un vero e proprio trauma.

I rimedi naturali funzionano?

Il modo migliore di contrastare l’azione dei tarli è utilizzare un trattamento naturale in grado di dissuaderli in maniera pressoché definitiva, preventivamente, ovvero prima che sferrino il loro feroce attacco, mentre difficilmente una soluzione di questo tipo è in grado di avere efficacia una volta che il danno sia stato compiuto. In questo senso la risposta migliore può essere quella fornita dai rimedi naturali, a partire dalla gommalacca.

Cos’è la gommalacca

La gommalacca è una sostanza resinosa naturale prodotta da punture di insetto su alberi orientali come Ficus Religiosa o Ficus Indica. La resina da essi prodotta avvolge gli insetti appropriandosi del loro colore e di alcune loro sostanze. Sarà poi un lungo processo di lavorazione e depurazione a permettere infine di ottenere le scaglie di colore bruno dorato le quali saranno poi utilizzate per la finitura a tampone dei mobili e delle superfici lignee in genere.
La buona qualità della gommalacca può essere desunta proprio dalle scaglie, che devono essere grandi e di colore chiaro oltre che caratterizzate dalla scarsa quantità di residuo che rimane quando si arriva alla completa soluzione. La gommalacca può essere dissolta in alcool con una gradazione superiore ai 94°.
E’ in grado di donare alla superficie, un aspetto di particolare lucentezza tale da risultare asciutto e vellutato al tatto, evidenziando inoltre le venature e le marezzature del legno con un effetto estetico estremamente suggestivo.

Preparazione della gommalacca

Per la sua preparazione si può procedere introducendo in un recipiente tra i 150 e i 200 grammi di gommalacca in scaglie, aggiungendo un litro di alcool etilico con gradazione a 94° oppure a 99,9°.
Una volta che sia stato ben chiuso il recipiente occorre attendere che la gommalacca si sciolga del tutto, lasciando riposare il recipiente per una intera giornata. Trascorso questo  termine si può procedere al filtraggio del contenuto travasandolo in una bottiglia di vetro in modo da poterlo conservare.
Al fine di filtrarlo si può usare una vecchia calza di nylon posizionata sopra ad un imbuto.
Una volta che la bottiglia sia stata riempita, occorre chiuderla con un turacciolo di sughero e riporla in un luogo fresco e buio, ove può rimanere anche fino ad un anno. Naturalmente la soluzione così ottenuta può però essere usata immediatamente, non senza avere cura di filtrarla nuovamente. Va anche ricordato come non esistano regole fisse per quello che riguarda la concentrazione della resina in quanto essa dipende dalla fase di procedimento in cui la vernice viene usata. In linea di massima per la verniciatura a tampone vanno sciolti 100 grammi di gommalacca in 1 litro di alcool e la vernice così ottenuta potrà essere colorata tramite aneline all’alcool. La quantità di gommalacca da far sciogliere in alcool dipende comunque dal tipo di applicazione: in caso di chiusura dei fori  e per la brillantatura servono 100 grammi in 2 litri di alcool, per la lucidatura la stessa quantità, ma in un litro.
Per quanto riguarda infine la preparazione del tampone, esso deve essere costituito da un cuscinetto, ottenuto con una pezzuola di lana non colorata chiamata a costituirne l’anima, che deve essere avvolta in una tela bianca di cotone e lino.
La sua grandezza dipende dalla superficie che occorre lucidare. Il tampone sarà più piccolo in caso di superfici intagliate o piccole fasce e frontalini di cassetti, più grande per i piani di tavolo o di comò.