Canfora come antitarlo: come usarla per combattere i tarli

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Canfora

Quella contro i tarli è una vera e propria guerra che prima o poi chi possiede mobili o altri manufatti lignei si trova a dover combattere. I tarli sono insetti xilofagi, ovvero che si nutrono del legno dal quale traggono gli elementi nutritivi adatti a prosperare e a riprodursi. Quando si forma una colonia di tarli, la loro attività può diventare esiziale per la struttura attaccata: scavano vere e proprie gallerie in cui depongono le uova e lasciano come traccia una polverina biancastra. A quel punto il danno è fatto e non resta che constatarne l’entità per capire come procedere.

Come combattere i tarli

I tarli possono essere combattuti in svariati modi. Il più efficace in assoluto sarebbe quello di predisporre l’ambiente in modo da renderlo inospitale. Come si sa, infatti, gli insetti lignivori detestano luce e rumore sino ad abbandonare l’idea di insediarsi in una stanza che presenti queste controindicazioni.

Solitamente, comunque, la lotta viene portata a colpi di trattamenti con prodotti chimici e rimedi naturali. I secondi, in particolare, possono avere una buona risposta ove impiegati in termini preventivi, ovvero prima che la struttura lignea sia oggetto di attacco. Mentre è quasi inutile impiegarli a fini curativi o comunque per allontanare i tarli una volta che si siano insediati, caso nel quale è meglio passare a prodotti industriali a base di permetrina.

La canfora: cos’è e a cosa serve

La canfora è una sostanza estratta da una pianta, Laurus Camphoradi solito usata per curare disturbi come il raffreddore, l’infiammazione delle vie respiratorie e il naso chiuso. Si tratta di un albero originario dell’isola del Borneo e diffusosi in tutta Europa ormai da secoli. Può essere reperita anche in commercio, in una versione cristallina e biancastra, impiegata come insetticida, antisettico e deodorante, caratterizzata da un odore fresco e caratteristico, facilmente riconoscibile. Può essere trovata in diverse forme:

  • come olio essenziale, usato per i suffumigi, al fine di alleviare il dolore di stomaco e ridurre la colite.
  • sotto forma di crema all’estratto di canfora, usata nei massaggi tesi a sciogliere le contratture.
  • nei preparati alla canfora, utilizzati per svariati usi.
  • come tavolette, utilizzate in funzione di antitarme e deodorante per gli ambienti.

Tra le tante funzioni della canfora, ci sono quelle salutari, in quanto questa sostanza è in grado di migliorare la circolazione sanguigna, prevenire la congiuntivite e la varicella, alleviare i dolori articolari, ridurre il dolore e l’infiammazione dei muscoli, liberare le vie respiratorie dal catarro, curare acne e reazioni cutanee e molto altro.

Tra le tante proprietà esibite, la canfora può annoverarne anche alcune che fanno comodo nella lotta ai tarli. In particolare è in grado di respingere gli insetti, tra cui appunto anche i tarli, ove usata nel modo appropriato e sotto forma di metodo preventivo.

La canfora come antitarlo

L’utilizzo della canfora alla stregua di trattamento antitarlo, rientra in pratica nei cosiddetti rimedi della nonna, ovvero quegli espedienti abbastanza empirici che però molto spesso si rivelano all’altezza della situazione, risolvendo situazioni intricate. Per poterlo fare, è necessario procurarsi canfora, alcool a 95°, fogli di plastica trasparente e nastro adesivo. Proprio grazie a fogli di plastica e nastro adesivo si può a questo punto costruire una sorta di camera a gas in cui sarà contenuto il mobile da trattare.

La canfora, a sua volta, dovrà essere contenuta in un vecchio barattolo di vetro, su cui occorre versare l’alcool, sino a coprirla. Posto il barattolo sotto il mobile, che sarà già stato posizionato sulla plastica, non resta che chiudere ermeticamente e lasciare riposare per una ventina di giorni. L’alcool provvederà a sciogliere la canfora che, evaporando, andrà a formare il gas necessario all’uccisione dei tarli.

Va anche sottolineato come con questo metodo il mobile non abbia bisogno di essere cerato e deve soltanto restare all’aperto per qualche giorno, fino a quando il legno non avrà perso ogni odore sgradevole.